Antonio Daniele - Associazione Culturale Galleria Papini

Vai ai contenuti

Antonio Daniele

Artisti
Nato a Venezia il 29 dicembre 1946, vive ad Ancona sin dal primi anni 50, dove attualmente risiede e lavora, in via Podesti 7/b.
Autodidatta, inizia a dipingere ad olio nel 1983 ed organizza la prima mostra a Sirolo nel 1986.
Dopo 20 anni di silenzio, riprende i contatti con il mondo della pittura con rinnovato entusiasmo nel 2007.
Contatti
Via Podesti 7/b
60122 –Ancona
tel/fax 071-57412 cell 334-3438714
e-mail: ant.daniele@alice.it
www.antoniodaniele.it

Mostre Personali
1986 – Personale – Sirolo
1986 Personale Osimo
1987 Personale Falconara
2007 Personale Sirolo
2007 Personale Ancona, Rettorato
2008 Personale Sirolo
2009 Personale Ancona, Arco Amoroso
2010 Personale Sirolo
2010 Personale Ancona, Arco Amoroso
2010 Personale Ancona, Galleria Puccini
2011 Personale Sirolo

Testi critici
Giovanni M. Farroni “…pittore di verità, anche quando affronta il mezzo più intimo dell’acquerello, perché gli scorci di mare o di collina che egli volta a volta ci propone, sono, pur nella loro piena autonomia di vedute, rielaborate e riproposte dopo essere state passate al vaglio della coscienza, frammenti di quella natura che ci circonda…”  

Aldo Severini  “…allora ho veduto paesaggi e marine di colori intensi e vivaci dove prevalevano le tonalità dei verdi e degli azzurri…ora il colore predominante è il grigio. Forse una nota di pessimismo che, però, non significa rifiuto dei valori della società, presa anche con i suoi difetti. In sostanza, un grigio ora quasi di piombo ora leggero e sfumato fino al bianco, con qualche tocco di rosso scuro (i tetti delle pesche; i tetti dei minuscoli borghi sparsi nelle campagne) di neri e verdi impastati. I suoi paesaggi, le sue marine, sembrano acquistare una dimensione ch’è fuori della realtà; il suo impressionismo diviene un mondo quasi rarefatto. Gli effetti sono notevoli e persino il cromatismo, seppure affidato a una tavolozza quanto mai parca, è come una intensa vibrazione di strumenti umani…un messaggio che percorre le corde della natura per raggiungere quelle interne dell’uomo”.  

Lucilla Niccolini  “Questo cielo è il cielo di Ancona: opaco, compatto, bianco, fatto di luce diffusa e senza colore, quinta e volta di tela densa, quasi un effetto luminoso escogitato per realizzare diapositive in cui i colori delle case e dei portoni non siano falsati, ma si staglino satinati e antichi, austeri e smorzati, porosi, fra le modanature degli stipiti e delle lesene... …Grandi oli mostrano scorci di paesaggio marino, inquadrature della città in cui tinte smorzate e brumose, un segno rarefatto, una luminosità invernale traducono in immagine pittorica l’atmosfera di Ancona, la sua misura architettonica, la calma opalescente del suo cielo.  Ma ci sono anche gli acquerelli, corposi come tempere, dedicati a prospettive della città vecchia, in cui meglio che altrove si respira l’aria silenziosa, si contempla in silenzio il tempo depositato sulle finestre vuote, sugli archi dei portoni patrizi in disfacimento, sulle grondaie sbilenche, sui gradoni consumati che scendono verso la meta delle banchine del porto, sui tetti cinerei che si addossano contro il cupolone verde rame di Santa Maria degli Scalzi… le emozioni di certi meriggi assolati trascorsi nelle isole greche, di serate calate sui muri di arcaici paesini marchigiani, di immobili bonacce sulle vele specchiate nel mare cangiante, di assonnati canali veneziani… …Con una pennellata rapida e quasi distratta, Daniele campisce la tela fin oltre i suoi confini, aprendo vedute di appagante grazia e freschezza, in cui è la velocità del tratto che meglio suggerisce atmosfere marine sotto le sferzate della tramontana” Antonio Luccarini“…L’Ancona che emerge dai suoi lavori appare avvolta da una intensa e lattiginosa luce che dà agli scorci più consueti e familiari un nitore ed una liquidità che rendono inediti monumenti e bellezze naturali della nostra città….”

Antonio Luccarini “…L’Ancona che emerge dai suoi lavori appare avvolta da una intensa e lattiginosa luce che dà agli scorci più consueti e familiari un nitore ed una liquidità che rendono inediti monumenti e bellezze naturali della nostra città”

Ada Donati    La pittura è stata per Antonio una passione e una pratica perseguita sin dall’infanzia, da quando il nonno gli regalo’ un piccolo kit di acquerelli. L’assiduità e la costanza con cui vi si è applicato fa tornare in mente il concetto di “poesia ininterrotta” di Eluard, una generosa e coraggiosa dedizione all’arte che la vede coincidere con la vita stessa e con i gesti della quotidianità.    La pratica assidua nel tempo e la consistenza della produzione consentono di individuare nell’opera del pittore due temi fondamentali e due passioni dominanti – quella per la sua città adottiva, Ancona, e per il mare. “Più l’artista canta del suo albero genealogico,- sosteneva Cocteau – più il suo canto è intonato. In effetti la pittura di Antonio è in sintonia con l’ambiente.     Di natura ovviamente localistica il tema urbano, lo è in parte anche il secondo. Infatti riconosciamo il nostro mare nei suoi aspetti circoscritti e legati ad una funzione specifica: la darsena, i moli, il bacino portuale, l’ancoraggio dei pescherecci. Ci sono familiari lo specchio per le regate scandito dalle alte sottili vele bianche, le onde gravate dai pesanti pescherecci, la rissa intorno dei gabbiani.    Riconosciamo il verdazzurro, il cobalto il turchese, il grigio perlato delle albe che si riflettono nel golfo, il grigio-magenta dei crepuscoli. Ancora più caratterizzanti sono quelle vedute tipiche della città dorica come il dirupo del Conero, le grotte del Passetto, l’inconfondibile ‘seggiola del Papa’, le straordinarie formazioni geologiche costiere che gli anconetani chiamano ‘i libri’ a causa di quella strana impaginazione degli strati roccioso quasi fossero pagine. Ma poi c’è un altro mare che è di tutti e di ogni tempo, invariato e che trascina via lo sguardo oltre il dipinto verso sempre nuovi inizi “la mer toujours recommencèe” come recita Paul Valery.    L’altro tema dominante nella pittura di Antonio è la città con i suoi volti noti, gli angoli caratteristici, le piazzette le stradine anguste tra le alte mura dei palazzi i campanili i portali delle chiese la distesa dei tetti. Anche qui familiarità ed estraneità giocano un doppio ruolo quando inconsuete angolazioni prospettiche e scorci de-contestualizzati cancellano l’abitudine.    La categoria del duplice (mare – città; consuetudine – estraneità) potrebbe ulteriormente essere indagata sotto altre forme. Relativamente alle due sfere di suggestione anche la tavolozza è drasticamente divisa tra tinte calde, di terra, e tinte fredde di mare o d’aria con le sue trasparenze.    Se consideriamo l’impostazione complessiva dell’immagine ci confrontiamo nuovamente con una dicotomia: costruzioni monumentali e fortemente coese si avvicendano a immagini minuscole, frantumate come un cristallo spezzato i cui frammenti sono lasciati l’uno accanto all’altri per suggerire la perduta visione d’insieme. Analogamente notiamo come l’approccio è alle volte narrativo ed altre invece suggestivo. Accade di trovarci di fronte a un’immagine di città ben distinguibile e di perderne a tratti il profilo come se stesse sprofondando negli anfratti della psiche per proseguire in topografie indecifrabili.    Antonio è un artista versatile, ha inventiva, coraggio e curiosità – quella che gli fa sperimentare vari strumenti e tecniche. Olio acquerello tempera china e recentemente anche l’incisione.  Sono tutte qualità importanti per conseguire risultati eccellenti, ma non
bastano. Occorre anche la passione, la generosità, un amore costante. Antonio dimostra di possederle quando torna ripetutamente negli stessi luoghi per studiarli da altri angoli prospettici, penetrarne l’anima, restituirla con interpretazioni e mezzi sempre diversi.    Sembrerà incongruo fare riferimento a doti che poco hanno a che fare con il gusto estetico, ma è proprio questo imponderabile elemento non descritto né raccontabile, come quello che s’annida nell’interlinea, a fare la differenza, Lo percepiamo d’istinto, è la forza che oltrepassa il portale dello sguardo che legge traduce valuta per penetrare immediatamente nel nostro spirito, in “presa diretta” e con traduzione simultanea. E’ il modo come Antonio sa comunicarci la sua verità.

GALLERIA OPERE
Privacy Policy
Torna ai contenuti