Superfici sensibili
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Sensibili
superfici – Mostra d'arte di Silvia Fiorentino
10
- 25 marzo 2018
Inaugurazione
sabato 10 marzo 2018 ore 18.00
Orario:
dal martedì alla domenica 17.00 – 19.00
Alcune
opere sono esposte anche nello showroom dell'arch. Vittoria Ribighini
in via Pizzecolli 2.
La
nuova ricerca di Silvia Fiorentino si muove su due binari paralleli,
ma alla stessa velocità e soprattutto nella stessa direzione: quella
di un viaggio a ritroso nel tempo storico e personale, dove le
tematiche sociali e culturali si azzerano lasciando la scena in
completa balìa dell’anima, libera da ogni tipo di filtro
concettuale.
Da
una parte gli oli su tela dove le textures multicolori si
sovrappongono creando una stratificazione che scava nella profondità
dello spazio truffaldino del supporto bidimensionale, un incavo dal
quale emergono i simboli più importanti della città dorica alla
quale l’artista è ormai legata profondamente.
L’omaggio
al Podesti e al Crivelli avviene davanti al duomo di San Ciriaco, il
vascello cerca di conquistare il teatro delle Muse navigando
attraverso le onde colorate dell’immaginazione che scorre libera
dalla mano dell’artista, ormai sciolta da qualsiasi razionalismo
intellettuale.
L’energia
dell’astrattismo cromatico è prorompente e disarmante, in essa vi
leggiamo l’ispirazione più libera e indipendente del pensiero
accompagnato dalle note di una musica che nell’atto creativo è
stata parte di quella vitalità che possiamo ancora osservare,
dettata dall’istinto che emerge prepotentemente e rivendica la sua
posizione da protagonista nella produzione artistica di Silvia.
Sull’altro binario troviamo la vera e propria primordialità
della materia ceramica, materiale caro all’artista, stavolta lavorato unendo tecniche
ormai collaudate a nuovi esperimenti stilistici.
Isolate nelle tridimensionalità dello spazio fisico percorso
dallo spettatore ecco stagliarsi forme straordinariamente organiche nate dalla
lavorazione dell’ossido di rame, quasi a riprodurre la morbidezza e l’andamento
ritmico delle foglie e dei petali delle piante più rare, mentre alle pareti le
tavole lignee ricoperte di stoffe fanno compagnia alle tele.
Qui ritroviamo le ceramiche raku finemente pigmentate e
lacerate da strappi e da tagli, i primi dettati dall’irrazionalità del gesto
istintivo, i secondi scaturiti da una riflessione maggiore, ma entrambi alla
ricerca della profondità spaziale che si dilata nel vuoto dell’inconscio
errante.
Spazio, energia, arcaismo, gesto incontrollato e istintivo si
fondono in un unico grande sfogo artistico nel quale Silvia sente il bisogno di
abbandonarsi completamente, riuscendo però a rimanere sempre a galla tra le
onde tumultuose dell’anima irrequieta che domina magistralmente come
un’acrobata sul proprio filo.
Giulia Naspi