Rinascita
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RINASCITA
Mostra
di IVAN KOMÁREK
04
– 19
Marzo
2023
Inaugurazione
mostra: Sabato
4
Marzo
2023 ore
18.00 presso
la Galleria Papini
Presentazione
di Michele Servadio
Orario mostra: dal giovedì alla domenica 17.30 – 19.30
Orario mostra: dal giovedì alla domenica 17.30 – 19.30
La Galleria Papini è lieta
di ospitare l’artista ceco IVAN KOMÁREK
con la mostra intitolata “RINASCITA”.
Questo
evento è stato organizzato in collaborazione con il Consolato
Generale della Repubblica Ceca a Milano coadiuvato dall’avv.
Raffaella Paolinelli, italiana di origini ceche, nostra socia.
Ivan
Komárek,
è tra i più validi rappresentanti dell’arte contemporanea del suo
Paese. Diplomato al Liceo Artistico e laureato all’Accademia di
Belle Arti di Praga, dove vive, esprime la sua poetica artistica
anche attraverso l’utilizzo di materiali in disuso che non solo
avranno una nuova vita, ma diventeranno delle preziose opere d’arte.
Questa
mostra alla Galleria Papini sarà un arricchimento per la nostra
città che avrà così l’opportunità di conoscere ed apprezzare i
lavori di Ivan Komárek,
testimone dell’arte e della cultura ceca.
Le
sue opere sono presenti presso la Galleria Nazionale di Praga e
presso molte altre istituzioni ceche e straniere. Ha esposto in
diversi paesi europei, negli USA e al Museo d’Arte Moderna del
Cairo.
La
mostra si sviluppa nelle due sale della Galleria Papini e presenta 19
opere pittoriche e diverse sculture.
La
Presidente
Anna
Maria Alessandrini
Rinascita
«Il rifiuto è la nostra coscienza nera».
Ivan Komárek
«L’arte
oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla,
indicando il contenuto del futuro»; con queste parole, scritte fra
le righe del suo celebre saggio pubblicato nel 1968 ed intitolato
Punto, linea,
superficie, Vasilij
Kandinskij poneva l’accento sulla natura quasi divinatoria
dell’arte, capace di travalicare il tempo per scorgere, indistinto,
il futuro dell’uomo.
Fu
proprio la comprensione di un futuro carico di inquietudini a
spingere molti artisti, già a partire dagli anni ottanta del secolo
scorso, ad interessarsi a temi quali l’ambiente, l’ecologia e la
sostenibilità, inducendoli a sperimentare nuove forme d’arte che
si ponevano un ambizioso fine, ovvero quello di sensibilizzare le
persone sull’importanza della salvaguardia della natura e del
nostro pianeta. Nacquero in quel periodo le prime attestazioni della
Trash art
e della Recycled Art,
sperimentazioni nelle quali l’artista manipolava rifiuti e
materiali di scarto, come plastiche, alluminio e legni,
trasformandoli in vere e proprie opere d’arte, capaci di
trasmettere un messaggio che non poteva più essere ignorato. Quella
materia di risulta, ormai abbandonata dall’uomo e destinata alla
distruzione, cambiava forma e contenuto grazie all’intermediazione
dell’artista, il quale riusciva a conferirle una nuova immagine ed
un nuovo ruolo all’interno della società.
Fra
i numerosi artisti che si interessarono a queste nuove forme d’arte
e che proseguono tutt’ora in questo nobile progetto c’è Ivan
Komárek. Cresciuto fra gli impenetrabili edifici gotici della città
vecchia di Praga, formatosi presso la locale Accademia di Belle Arti
e allievo di Jan Bauch, uno dei più noti ed influenti artisti cechi
contemporanei, egli si distinse nel panorama artistico internazionale
già a partire dagli anni ottanta grazie alla sua poetica efficace e
provocatoria. Dopo aver percorso un lungo processo creativo, partito
dalla sua formazione figurativa e classica e transitato per il
cubismo, la grafica e l’illustrazione, Komárek ha deciso di
seguire la via tracciata dai primi artisti della Trash
Art. Le sue opere,
esposte non solo presso la Galleria Nazionale di Praga ma anche in
numerose collezioni di tutto il mondo, dalla Germania all’Austria
fino agli Stati Uniti e l’Egitto, raccontano di un artista
prolifico ed eclettico, memore della tradizione ma capace di osare e
di superare il limite, conscio che l’arte ha spesso bisogno della
provocazione per far comprendere anche ai più scettici il suo
messaggio di speranza.
La
sostenibilità è il messaggio che Ivan Komárek ha deciso di porre
alla base del suo ultimo progetto; dalle opere esposte traspare
chiaramente la volontà dell’artista di farsi portavoce di un
messaggio che tutti abbiamo il dovere, e il piacere, di ascoltare.
Per comunicare, l’autore utilizza lo strumento che più gli
compete: l’arte. Grazie alla padronanza delle tecniche del collage
e dell’assemblaggio, Komárek manipola come un oscuro demiurgo
rifiuti e materiali di scarto nei quali “inciampa” un po' per
caso, da lui stesso definiti la «coscienza nera dell’uomo»,
infondendo in loro forma, etica, ruolo sociale e contenuto. Nelle sue
mani questi oggetti destinati ad essere abbandonati o, ancor peggio,
ad inquinare ed infettare l’ambiente, muoiono per rinascere a nuova
vita, acquisendo un nuovo valore senza tuttavia sprecare le preziose
risorse della natura. Da quei semi creativi piantati là dove la
società non vedeva altro che rifiuti da buttare, ecco allora nascere
alberi, arbusti e fiori colorati che, con le loro tonalità vivaci e
sgargianti, si fanno testimoni della giocosità creativa dell’artista
ma anche della profondità del messaggio di cui si fanno portatori.
Allora
proviamo ad ascoltarlo il messaggio che egli cerca di comunicarci con
le sue opere; cerchiamo, almeno per un momento, di fermarci a
riflettere sulla necessità di abbandonare le vesti dell’homo
consumens, schiavo
del Take-Make-Dispose
(Prendi-Produci-Getta), per rinascere liberi sulla via del
Reuse-Reduce-Recycle
(Riusa-Riduci-Ricicla).
Michele Servadio