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TEXT - Mostra d'arte di MARZIA LUCHETTI
22 Aprile – 7 Maggio 2017
Inaugurazione sabato 22 Aprile 2017 ore 18.00
Orario: da martedì alla domenica 17.30 – 19.30
Lettere, spazi, segni d’interpunzione. Sono gli elementi che intersecandosi tra loro danno vita ad interi testi, libri, e scritti d’ogni genere, tutti microscopicamente formati dall’intreccio e dall’interazione di piccole entità, proprio come ogni singolo filo di tessuto va a formare un arazzo.
Marzia Luchetti ci fa notare che non a caso la radice della parola “testo” è da ricercare in quella latina di “textus”, ovvero “tessuto”, “trama”. È uso comune utilizzare vocaboli derivati dalla pratica della tessitura per descrivere la quotidiana interazione tra le parole: “tessere le lodi”, “intreccio” per riferirsi allo svolgimento principale di un racconto.
Lavorare al telaio e tenere in mano una penna possono sembrare due azioni ben distinte tra loro, ma in realtà la differenza consta solo nei mezzi. Scrivere un testo è un’operazione complessa quanto tessere un arazzo: si sceglie il materiale e si procede con il lavoro di stesura continuo, interrotto solo da brevi pause ma scandito da un ritmo preciso fatto di linee e punti.
Ma come avviene l’incontro con la pratica pittorica? In che modo tessitura e scrittura sono accolte dal caldo abbraccio dei colori ad olio?
La risposta è nel tempo, e Marzia Luchetti lo descrive così:
“Il lavoro esistenziale di creare il quotidiano momento per momento. Tempo e pazienza, fili e materia devono essere lavorati. Gli intrecci e la tessitura dei fili come destino, gli intrecci della vita, il cammino comune a tutti.”
La stesura dei colori sulla tela, l’aggiunta dei filamenti sul telaio, delle parole di un testo scritto, non è altro che la stratificazione e il sedimentarsi dello scorrere del tempo che scandisce ogni azione e ogni gesto e che dà vita e senso alla creazione umana. Non è certo un caso se innumerevoli miti e leggende del passato si servono dell'azione del tessere per indicare una continuità temporale: le Moire pongono fine alla vita degli uomini recidendo il filo della loro esistenza, Penelope è il celeberrimo esempio della dettatura di un tempo solo apparentemente oggettivo.
È così che testo, colore, e tessuto divengono gli elementi principali delle opere di Marzia, la quale non solo li fa convivere nella medesima opera, ma l'artista pensa al ripetersi del gesto nella sua ciclicità come risultato la summa delle azioni che si accumulano così nel passato della nostra esistenza e della quale ci offre una prova tangibile e ineluttabile nelle sue tele e nelle sue installazioni dove compare anche l'omaggio al popolo dei Nativi americani che avevano sapientemente colto la corrispondenza tra ciclicità delle fasi solari e lunari e il costruirsi continuo delle azioni umane riassunto dalla pratica tessile.
Giulia Naspi
GALLERIA FOTOGRAFICA INAUGURAZIONE