E fu così - Associazione Culturale Galleria Papini

Vai ai contenuti

E fu così

Mostre > 2020
  
e fu così che …. - DIEGO SANTINI
  
 

Inaugurazione sabato 1 Febbraio 2020 Ore 18.00
Orario mostra: dal martedì alla domenica 17.30 – 19.30

  
  
Diego Santini, anconetano classe 1975, illustra mondi onirici da quando a scuola, con una biro, bordava i libri con mondi inesplorati abitati da personaggi bizzarri, per questo, quando rimane folgorato dall’arte contemporanea, dall’anima di quelle immagini impresse su cotone, decide di traslare i suoi luoghi su tela e inquadrarli in singole scene dando nuovo spazio ai suoi sogni imbevuti di fantasia.

L’autore di “Morfologia della fiaba”, Vladimir Propp, scrive che nelle fiabe di magia vige “ l’indeterminatezza spaziale del luogo dell’azione. “In un certo reame” è un topos della fiaba di magia e in un certo senso mette in chiaro che l’azione si compie al di fuori del tempo e dello spazio”. E così è nelle opere di Santini, dove il momento impresso è un frammento di una storia che non ha un inizio o una fine e i luoghi sono spesso minimali tanto da arrivare ad approssimarsi alla rarefazione: gli spazi, costruiti per concentrarsi sui soggetti della composizione, sono parte di un universo saturo di colore composto, per lo più, di elementi acquatici e aerei. Le distese d’acqua, quiete e piatte, riflettono e ribaltano le prospettive, porte fluide che danno accesso ad una dimensione onirica; le nubi, fumose o plastiche, si stagliano su cieli immensi modulandosi in infinite combinazioni  con la linea dell’orizzonte. Le profondità che queste tele ci svelano sono evidenziate da luci di taglio, quelle dell’alba o del tramonto, oppure dall’argentea luce lunare e siderale che si adagia su queste porzioni di familiari memorie fantastiche declinandole secondo una sfera intima e personale.  

Da questi ambienti sfumati in acrilico si stagliano, solo in seconda battuta, i personaggi e gli oggetti che, passati da una prima stesura su un foglio di carta, sono poi fissati alla tela con il colore ad olio, popolando la superficie dei soli elementi essenziali. Le cristallizzazioni di questi racconti declinano quelle che potremmo leggere come le azioni salienti delle fiabe: il viaggio, la prova dell’eroe, l’incontro con l’elemento magico ma, forse, ciò che più si distanzia dalla tradizione letteraria è l’assenza del lieto fine. L’artista sceglie di non rappresentare mai l’epilogo o le svolte cardine dell’intreccio fiabesco preferendogli, invece, sequenze collocate in medias res che sanno restituire atmosfere sospese svincolate da qualsiasi espediente narrativo.

I  personaggi, “pupi bizzarri”, sono le eroine e gli eroi, gli aiutanti, gli stregoni dei nostri racconti fantastici ma nessuno di loro è l’emblema della bellezza o della prestanza, della magia o del sommo coraggio, e invece prendono la forma di creature tenere, liriche, a tratti goffe, emozionanti ed emozionate: in definitiva composte della stessa materia di cui sono fatti i sogni. I bambini, protagonisti indiscussi di questo lavoro, “capiscono tutto, sanno tutto ciò che è davvero necessario e trattano tutti da pari a pari siano essi brutti cattivi o giganti”. Mentre gli adulti sono “disadattati, per lo più, gente che nella vita vera non sopravvivrebbe un giorno” e che, di queste storie sospese, cerca solo di afferrare il senso, annaspando e cercando di mantenere equilibri traballanti. E poi ci sono gli anziani, “bambini troppo cresciuti che non hanno perso la magia delle cose”. Con loro anche topi e balene, creature che “non si vedono mai” e che, nonostante ciò, sono state elette animali da fiaba e, badate bene, non da favola perché qui, a differenza degli scritti di Esopo, una morale non c’è.  

Vladimir Propp arrivò alla conclusione che le fiabe, a guardarle bene, sembravano composte degli stessi elementi strutturali, stesse sequenze delle azioni, stessi personaggi, come se fossero figlie di un’unica sorgente radicata nel modo di sentire, comune ma inconscio, dell'umanità. Seguendo quell’intuizione, le opere di Diego Santini sarebbero esercizi poetici che articolano le mille sfumature dell’animo umano, racchiudendole in condensati universi emozionali dove  i personaggi, seppure inseriti in ambienti e situazioni differenti, sembrano accomunati dall’essere in cammino verso il raggiungimento della felicità.
Nicoletta Rosetti   

  
Breve biografia di  DIEGO SANTINI

Fin da piccolo ha avuto uno spiccato senso artistico, dimostrando ecletticità e versatilità, toccando vari ambiti dell'arte visiva dalla pittura all'illustrazione.

Conseguito il diploma di scuola d'arte, frequenta corsi di illustrazione per perfezionarsi nella tecnica.

Partecipa a numerose mostre collettive e personali.

Le sue opere fanno pate di collezioni private e dal 2015 collabora stabilmente con la Galleria Ferretti di Macerata.

Diego Santini si interessa anche di musica.

Privacy Policy
Torna ai contenuti