Mater Matuta - Associazione Culturale Galleria Papini

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Mater Matuta

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MATER MATUTA – L’arte Feconda
Mostra di PAOLA ANGELONI

 
 22 Giugno 07 Luglio 2024
 Inaugurazione mostra: Sabato 22 Giugno 2024 ore 18.00
Orario mostra: dal giovedì alla domenica 17.30-19.30  

 

 
Testo critico e presentazione di Marco Tarsetti
 
Varcata la soglia della Galleria, ad accoglierci c’è un bosco. È un bosco di totem, che subito cattura lo sguardo: visitando lo studio di Paola, il primo lavoro su cui si sono posati i miei occhi è stato proprio questa foresta di figure colonnari, esili e salde al contempo.
Osserviamo dunque con attenzione questo bosco di totem, poiché subito ci introduce ai temi dell’arte di Paola Angeloni: il totem, che è un idolo, è pure un’immagine dell’archetipo, concetto centrale nella sua produzione.
Le figure totemiche sono tre: il cavaliere, il monaco e la madre incinta. Sono archetipi antropologici, figure antiche come l’umanità, presenti fin dalle culture più arcaiche, e sono archetipi della produzione stessa di Paola, che di queste figure ha popolato la sua selva di bronzo. La più archetipica tra queste è di certo la madre.
La madre totemica si distingue subito dal cavaliere, armato, e dal monaco, incappucciato: la pancia evidente, a voluto contrasto con la lunghezza slanciata della figura, e i seni cascanti ne dichiarano subito la natura generatrice.
L’archetipo è il principio superiore che agisce alla base dell’impulso creativo, ciò da cui l’arte ha origine: dunque la maternità è l’archetipo per eccellenza, il cortocircuito concettuale della creazione.
Mater Matuta, divinità della mitologia romana, è la dea dell’alba, dunque della nascita e della rinascita, del nuovo che sorge, doppiamente archetipo della maternità e della nascita, generatrice e generato che coincidono in un’unica figura.
La Mater è protagonista di questa esposizione: una celebrazione della maternità sia fisica, in quanto tale, che simbolica, in quanto capacità di trasformazione e generazione.
La maternità è la creazione stessa, è la scaturigine di tutta l’arte di Paola, che nelle sue stesse parole è un’arte feconda.
Un impulso creativo che si esalta nella plastica: la scultura è per Paola il medium ideale per esaltare la materia e soprattutto per evidenziare le forme di questa maternità generatrice.
Un’arte fatta di figure femminili che sono sempre madri, in attesa o con bambino; figure che esaltano gli attributi archetipici (appunto) della maternità: i fianchi, la pancia, il seno. Seno che, isolato, è anche il soggetto di un’opera che trovo molto affascinante, dove la simbologia della maternità lascia spazio all’esaltazione della forma femminile – anzi della forma tout court.
Le sculture in mostra sono dunque morbide, formose, potentemente tattili in ogni dettaglio: si osservi ad esempio Focus, questa madre prosperosa, dalle natiche prominenti e i seni ubertosi, che siede come una moderna madonna dell’umiltà, collegandosi all’humus, la terra che è madre per antonomasia; questa scultura richiama pure esplicitamente idoletti preistorici come la celeberrima Venere di Willendorf, archetipo della fertilità.
Il retro di questa scultura, con il panneggio che avvolge le forme e la treccia che cade, scandendo il volume, è a mio avviso il focus estetico di quest’opera, dove le forme della maternità e la materia della forma vengono splendidamente esaltate attraverso questa prorompente tattilità. Mi piace in questo senso citare una riflessione di Paola, secondo cui la scultura è la forma, la pittura è l’immagine della forma.
Questo ci fa tornare alla selva di totem, dove il dialogo tra scultura e pittura è un dialogo tra forma e immagine: la pittura diventa una proiezione della scultura, la resa bidimensionale di qualcosa che esiste nel mondo, ed è concreta.
La Mater dell’immaginario di Paola è infine – e soprattutto – Mater materia: nelle sue stesse parole “tra mater e materia esiste lo stesso legame che c’è tra principio e manifestazione”, ossia la mater dona corpo alla materia di cui essa stessa è fatta, in un cortocircuito creativo e generativo. La materia è ciò di cui siamo fatti, ciò di cui è fatta l’arte, quindi qualcosa su cui l’artista esercita la propria creatività, trasformandola.
Mater è l’origine, Materia la cosa originata: quella cosa che in Paola si è fatta scultura.

 
Note biografiche di Paola Angeloni
 
 
Paola Angeloni vive e lavora nella sua città natale, Ancona.
Diplomata in scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Macerata, Angeloni ha da sempre mostrato un profondo interesse nell'esplorare diverse tecniche e materiali ma è nel bronzo, in particolare nella tecnica della fusione a cera persa, che ha trovato il suo vero linguaggio espressivo.
La sua produzione artistica tende a indagare l’animo umano, esplorandone profondità, contraddizioni e passioni.
La maternità è il suo tema ricorrente e la chiave di lettura di tutta la sua opera che cerca di catturare il mistero e la bellezza della creazione e dell’origine della vita.
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