Messaggio siano gli occhi ....
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Messaggio siano gli occhi.... di PATRIZIA CALOVINI
JUST A PRESENT
9 dicembre 2017 – 5 gennaio 2018
Inaugurazione sabato 9 dicembre 2017 ore 18.00
Orario: dal martedì alla domenica 17.30 – 19.30
Chiuso il 24, 25, 26, 31 dicembre 2017 e 1 gennaio 2018
Come ogni anno, anche nel 2017 la Associazione Culturale Galleria Puccini propone l'iniziativa “Just a present”, una mostra che presenta un artista che si è particolarmente distinto, e dà in omaggio un'opera d'arte a chi si iscriverà come socio per l'anno 2018. E' con grande piacere che, nell'ambito di questa iniziativa, quest'anno ospitiamo l'artista PATRIZIA CALOVINI che con grande generosità mette a disposizione alcune sue opere.
PATRIZIA CALOVINI di origini trentine ma marchigiana di adozione, è un'artista molto affermata che ha presentato innumerevoli mostre sia in Italia che all'estero.
Ha partecipato, scelta da Vittorio Sgarbi, alla 54 biennale d'arte di Venezia per la regione Marche.
Le sue opere sono esposte nella Pinacoteca di Ancona e al Museo Diocesano di Jesi.
Invitiamo tutti coloro che vorranno iscriversi come soci sostenitori della Associazione Culturale Galleria Puccini per l'anno 2018, a venire a scegliere e ritirare l'opera di Patrizia Calovini che verrà data loro in omaggio.
Il Presidente
Anna Maria Alessandrini
“Messaggio siano
gli occhi...” e son cento gli occhi che ci guardano appena varcato l’ingresso.
Cinquanta visi
femminili i cui accessori, acconciature, e accenno di vestiario ci rimandano ad
epoche completamente diverse e lontane l’una dall’altra. La loro disposizione
non rispecchia un ordine cronologico, non sono suddivise per etnie o per
estrazione sociale. Alcune ci cercano con gli occhi quasi inseguendoci, altre
rivolgono lo sguardo altrove, alla ricerca di qualcosa.
Ciò che le lega è
la totale estraneità a qualsiasi concetto temporale e spaziale: esse si
collocano al di sopra, fluttuano attraverso di essi e ne portano solo un vago
accenno.
Solamente una di
loro può specchiarsi sulla tela, quarta di un ciclo pittorico dove lo sguardo
femminile continua ad attirare lo spettatore come il richiamo delle sirene
omeriche.
Le gemelle
speculari ne “La terza casa” non usano la voce, ma la torsione dei loro colli e
il magnetismo dei loro sguardi per invitarci a varcare la soglia, dove moderne
colonne d’Ercole ci inducono ad avventurarci verso l’ignoto dei riflessi
metallici del blu intenso.
Occhi ammiccanti e
volti magnetici contrastano con l’ammonimento dell’autrice in “Non oltrepassare
la linea rossa” dove il concetto del passaggio verso l’ignoto si perde in uno
spazio quasi labirintico e volutamente indefinito perché sconosciuto.
La costruzione
spaziale ricorrente nelle opere di Patrizia Calovini è spesso delimitata da
un’architettura che emana echi a noi familiari e che permane nella nostra
memoria archetipica negli interni di Piero della Francesca, nelle espressività
giottesche, nei giochi prospettici.
Tutto quel che poi
nel Novecento sarà amalgamato nel movimento metafisico, è reinventato
dall’artista in veste sempre più moderna e attuale, e rafforzato da un concetto
di spazio volutamente irrisolto nel suo mistero di componente astratta perché
assolutamente priva di qualsiasi connotazione naturalistica.
Le opere
galleggiano in un vasto limbo del luogo-non luogo, abitato da volti che
attraversano il tempo, ma che trovano il loro rigore nel grande omaggio allo
stile del passato.
“Pensando
Pontormo” è uno dei pochi lavori dove la tela accoglie la leggerezza della
carta e le tecniche dell’olio e dell’acrilico si mescolano. È l’unica dove la
protagonista non rivolge lo sguardo verso lo spettatore, ma il suo volto e il
suo corpo sono ruotati facendo sì che l’invito ad oltrepassare i confini della
tela non parta dagli occhi, ma è il moto immaginato del suo corpo che ci
attira. L’omaggio alla “Visitazione” del Pontormo è più che esplicita, mentre
il potere della mimica che rende un corpo girato ancora più espressivo di un
viso posto frontalmente risale alla straordinaria abilità di Giotto, il primo
ad osare la rappresentazione di spalle in una scena sacra.
Ciò che senza
dubbio rende il linguaggio di Patrizia Calovini sorprendentemente originale è
proprio il suo collocarsi in una dimensione surreale che prescinde ogni
ispirazione passata e trascende ogni definizione concreta dello spazio-tempo,
regalandoci la scoperta delle infinite possibilità della passione umana.
Giulia Naspi
GALLERIA FOTOGRAFICA INAUGURAZIONE
(Foto di Tiziana Torcoletti)