Fuochi blue - Associazione Culturale Galleria Papini

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Fuochi blue

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FUOCHI BLU - Mostra d'arte di FRANCESCO COLONNELLI
18 Febbraio 2017 – 5 Marzo 2017

    
Inaugurazione sabato 18 Febbraio 2017 ore 18.00
Orario: tutti i giorni 17.30 – 19.30 (Chiuso il lunedì)

Tutto parte dalla lettura dei principali saggi dello psicanalista statunitense James Hillman, al quale piaceva utilizzare l’arte come mezzo per rafforzare le sue argomentazioni e come strumento di veicolo dei suoi studi, tanto da essere definito egli stesso un “artista della psicoanalisi”.
In Fuochi Blu, Hillman trasforma la psicoanalisi da scienza analitica a scienza archetipica teorizzando una realtà dell’anima e immaginando la psiche come una sorta di Olimpo abitato da tanti dèi che non sono altro che quello che noi pensiamo e immaginiamo, e ai quali dovremmo dare voce.
A rafforzare il legame tra arte, psicoanalisi e natura, James Hillman pubblicò L’anima dei luoghi, dove sostiene che ogni luogo possiede un’anima con la quale l’uomo dovrebbe entrare in empatia, e solo una volta entrato in pieno dialogo con la vitalità dello spazio potrà costruirvi un’architettura perfettamente in armonia.
L’ascolto delle voci più profonde che provengono dalla nostra anima e da quella dei luoghi che quotidianamente abitiamo è l’obiettivo principale della ricerca di Francesco Colonnelli.
I padiglioni auricolari ingigantiti predominano sui ritratti impersonalizzati, come immagini latenti e sedimentate nella nostra memoria archetipica di una figura umana che evoca gli antichi canoni classici, dove la perfezione fisica predominava sulla caratterizzazione dei personaggi ergendosi a simbolo supremo dell’ideale fisico, mentre ora l’attenzione dello spettatore è catturata dal particolare che tenta di veicolare un messaggio.
Le orecchie, come moderne parabole volte a captare ogni voce esterna ed interna, si contrappongono ai chiodi sulle superfici pittoriche, adagiati come simboli dell’eterno contrasto tra mente e anima, tra la razionalità dell’idea fissa e il tentativo di cogliere attorno a sé la specificità più profonda del mondo che ci circonda.
La riduzione a pura essenzialità della fisionomia umana raggiunge il suo apice nella realizzazione di figure geometriche, a volte più simili ad oggetti, ma recanti gli stessi tratti identificativi specifici delle superfici di lavoro sovrapposte e degli squarci colorati dai quali vediamo emergere, finalmente, i Fuochi Blu.
Nella stratificazione lacerata delle carte porose, quasi simili all’epidermide umana, e dei cartoni utilizzati come superficie dove, invece che per vie di porre, si cimenta per via di levare, Colonnelli crea una sorta di controtendenza alle teorie michelangiolesche, sposando la bidimensionalità della tela con la profondità dello spazio.
La ricerca della perfetta armonia tra oggetto e luogo avvenuta attraverso varie tecniche adottate nel corso degli anni, oggi si completa dando vita a delle vere e proprie architetture bidimensionali dotate di una profondità reale e sempre tese verso l’ascolto di una realtà molto spesso ignorata e sottovalutata.
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