Impressioni ed espressioni
Mostre > 2019
IMPRESSIONI
ed ESPRESSIONI
Mostra
d'arte di Maria Cristina Gherlantini
Fabio
Paolinelli
Vincenzo
Verderosa
Inaugurazione sabato 27 aprile 2019 - ore 18.00
Orario mostra: dal martedì alla domenica 17.30 - 19.30 (chiuso il 1 maggio)
Nell’oscillazione
sentimentale tra interno ed esterno, tra personale e pubblico, si
colloca la più evidente delle contrapposizioni tra impressione ed
espressione. L’impressione, ovvero la percezione del mondo filtrata
dai sensi, impronta soggettiva della realtà è contrapposta
all’espressione, atto comunicativo che esterna la nostra
interiorità trasponendola in immagini, parole, concetti. Due
processualità opposte e complementari, che qui si squadernano in un
avvincente spaccato che ne mostra il versatile potenziale figurativo
ed energetico.
Impressioni
sono i mosaici a grandi tessere di Fabio Paolinelli che
ritraggono il paesaggio anconetano. Delicate visioni ispirate alle
immagini del quotidiano: pezzi di carte colorate intrise di felicità,
attesa, nostalgia e malinconia si compongono in collage puliti ed
essenziali che sanno restituire con leggerezza le silhouette dei
luoghi e degli oggetti. L’elemento acquatico, soggetto caro e
onnipresente, non si mostra mai come protagonista indiscusso ma anzi
si frammenta in piccole scaglie lontane, come un oggetto del
desiderio tanto anelato quanto temuto. Il rapporto diretto tra le
mani dell’artista e la materia, senza mediazione del pennello,
infonde in queste impronte una cifra personale che si stempera nel
linguaggio limpido e minimale senza mai ridurre l’inquadratura ad
una scena banale. La struttura prospettica, infatti, si infrange in
una sottile cornice, limes di un momento conchiuso, contenuto in uno
spazio centripeto che ci guida a connetterci con la nostra memoria
emozionale.
Espressioni,
forti e decise, spronate da forze centrifughe sono le linee sferzanti
di Vincenzo Verderosa,
tracce di un flusso di coscienza estrinsecato in forme e pigmenti.
Siculo verace intriso del binomio vita-morte come solo un isolano può
esserlo, ne “Il Ghigno e la mucca”, opera creata all’interno di
un video-progetto sulle arti, ritrae l’energia della forza vitale
virando la tavolozza su tempere brillanti dalla luminosità
abbacinante e delineando un paesaggio onirico che si fa foresta di
colori intessuti in comunione con la musica, condizione
imprescindibile per creare un collegamento fino alla più profonda
essenza dell’essere: il suono. L’opera, un grande formato eco di
sterminati orizzonti, è frutto di un’azione performativa che vede
coinvolti due soggetti: l’artista alla prese con una morbida
griglia bidimensionale e una ballerina, incarnazione
dell’ispirazione, che sfiora l’uomo e l’opera stessa
influenzandone i percorsi di senso e le possibili vie di fuga
intessute tra tela e colori primari.
Infine,
il grande lavoro di Maria Cristina Gherlantini,
risultato di un percorso mescidato che racchiude in sé tratti
espressionisti dalle pennellate decise e intransigenti, temi
simbolisti declinati in universi surreali e mitologici ed esperienze
informali mitteleuropee rielaborate in chiave intimista. Nella sua
opera, un intrico di linee dà vita a una forma organica, biologica
indefinita e pulsante: un bozzolo che si dischiude, spezzato, senza
rivelare nulla, adagiandosi su una lunga striscia di carta, pronta ad
accartocciarsi per accoglierlo. La grafite combinata alla tavolozza
in scala di grigi, disvela un moto inquieto e panteistico che pervade
tutte le fibre di questa visione onirica animando un time-lapse che
quasi pulsa sotto i nostri occhi. Un’utopia cesellata con esattezza
e rapidità, espressione di un’intensa qualità ricettiva che
formalizza e connette le istanze personali dell’artista con quelle
del mondo esterno, sintetizzandole in un elemento che è simbolo e
soggetto mascherato da materia filamentosa.
Nicoletta
Rosetti