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MNEME
Mostra fotografica di PIA BACCHIELLI

 
27 Aprile 12 Maggio 2024
  
Inaugurazione mostra: Sabato 27 Aprile 2024 ore 18.00
Orario mostra: dal mercoledì alla domenica 18.00 - 20.00
 
 
Testo critico e presentazione di Michele Servadio
 
 
Passa sotto la nostra casa qualche volta, volgi un pensiero al tempo ch'eravamo ancora tutti. Ma non ti soffermare troppo a lungo.
Mario Luzi, Dal fondo delle campagne

 
La parola greca Mneme significa letteralmente memoria; una parola di certo forte, che esprime un concetto denso di profondi e mai scontati significati. La radice semantica è la medesima di Mens, ovvero mente, a testimoniare il forte e inscindibile legame che unisce la memoria al pensiero. Il titolo di questa mostra ha quindi un obiettivo ben preciso, ovvero quello di chiarire sin da subito il percorso creativo che Pia Bacchielli ha scelto di percorrere in occasione di questo suo ultimo progetto.  
Grazie alla sua esperienza da giornalista professionista, Pia Bacchielli decide di indagare il mondo che vive nel profondo della sua interiorità, alimentato dalla memoria e dai ricordi. Ecco allora che Mneme diventa la parola d’ordine per entrare in questo universo personale e introspettivo, nel quale desidera condurre l’osservatore attraverso scatti fotografici fortemente espressivi e capaci di dare forma alle emozioni.Tutte le fotografie di Pia Bacchielli sono infatti il frutto di una profonda riflessione, di una vera e propria strategia artistica, quasi di una performance, durante la quale quella che inizialmente è solamente un’idea nella sua mente diviene magicamente realtà, osservata e isolata all’interno di una sequenza potenzialmente infinita di possibilità. È l’atto creativo la vera forza della sua espressione artistica, originato da un sentimento che diviene prima idea, poi realizzazione e infine condivisione.  

 
Il punto di partenza di questo percorso è una foto di famiglia che proviene da un lontano e remoto passato: c’è una casa di campagna dove vive una sposa rinnegata, afflitta dal dolore di un rifiuto ma animata dalla speranza di ricominciare a vivere. La giovane osserva un girotondo a cui prendono parte quelli che forse sono i suoi familiari e da questo apparente momento di diletto, ormai perso fra i meandri del tempo, nasce un moto artistico che arriva fino al giorno d’oggi. Pia Bacchielli ha infatti scelto di ispirarsi alla storia di quella giovane sposa, che altri non è che sua bisnonna Colomba; ecco allora che il ricordo personale tramandato di generazione in generazione diviene esso stesso atto creativo e origine degli eleganti e raffinati scatti esposti nel corso di questa mostra. C’è una casa che sembra essere stata costruita con i mattoni di un sogno primaverile, ci sono le radici primordiali di una quercia e i lunghi capelli di una ragazza dal volto opacizzato, simboli dei legami che non possono (e non devono) essere recisi, c’è un giardino delle rose perdute, dove la presenza femminile diviene emblema di un mondo ancestrale nel quale non esistono ingiustizie, c’è un cavallo bianco che ricorda le storie dell’infanzia dove tutto era possibile, ci sono alcuni vestiti svuotati che testimoniano le assenze inaspettate. Traspare nitidamente la consapevolezza circa l’importanza del ricordo e del valore memoriale; elemento di connessione fra il suo passato personale e la memoria collettiva è rappresentato da una giovane che, come un’antica parca greca, viene ritratta nel momento in cui sta per recidere la sua lunghissima treccia, cresciuta con il tempo e capillarmente intrisa di ricordi.  

 
La forza di queste fotografie non consiste solamente nella loro manifesta eleganza, ma anche nel profondo significato di cui si fanno portatrici. Lo sguardo con cui Pia Bacchielli osserva il mondo è infatti intimo e paziente, e diviene scatto dopo scatto vera e propria estetica dell’anima e del ricordo. Questi scatti ci consentono di vedere ben aldilà della prospettiva fotografica, oltre il limite dell’individualismo; l’osservatore ha così modo di fermarsi, contemplare e meditare sul trascorrere del tempo e sull’importanza delle proprie radici, cercando di rievocare un passato dove tutto e tutti coesistono ancora in un unico grande girotondo. Come diceva Mario Luzi, l’importante è non soffermarsi troppo a lungo.

 
Note biografiche di Pia Bacchielli
Pia Bacchielli è nata e vive ad Ancona. Giornalista professionista, è laureata in Filosofia. Ha iniziato ad appassionarsi di fotografia all’università seguendo il corso di Storia delle Tradizioni Popolari con ricerche sul campo. Ha quindi frequentato seminari e workshop con fotografi di livello internazionale. Da giornalista si è occupata di cronaca, settore che l’ha portata a prediligere il reportage come genere fotografico per poi approdare a un linguaggio più intimo ed evocativo. E’ fra gli organizzatori di Ancona Foto Festival. Nel suo curriculum, mostre sia collettive che personali.  
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