Se arriverò alle tue estremità
Mostre > 2019
SE
ARRIVERO' ALLE TUE ESTREMITA' – CRISTINA MESSORA
“Just
a present”
Inaugurazione
sabato 7 Dicembre 2019 Ore 18.00
Orario
mostra: dal martedì alla domenica 17.30 – 19.30
(Chiuso
il 24, 25, 26 Dicembre 2019)
Come
ogni anno, anche nel 2019 la Associazione Culturale Galleria Puccini
propone l'iniziativa “Just a present”, una mostra che presenta un
artista che si è particolarmente distinto, e dà in omaggio un'opera
d'arte a chi si iscriverà come socio per l'anno 2020.
Siamo
particolarmente lieti di ospitare quest'anno, nell'ambito di questa
iniziativa, l'artista CRISTINA MESSORA che con grande generosità
mette a disposizione alcune sue opere.
CRISTINA
MESSORA è nata a Modena nel 1965, vive e svolge la sua attività ad
Ancona. Laureata con il massimo dei voti, presso l’Accademia di
Belle Arti di Bologna dove ha sperimentato diversi linguaggi
espressivi. “La sua poetica è rivolta allo sguardo interiore con
forme astratte che raggiungono un tono lirico”. Dal 2006 ha
partecipato, con grande successo, a numerose mostre personali e
collettive in diverse città italiane.
Invitiamo
tutti coloro che vorranno iscriversi come soci sostenitori della
Associazione Culturale Galleria Puccini per l'anno 2020, a venire a
scegliere e ritirare l'opera di Cristina Messora che verrà data loro
in omaggio.
Il Presidente
Anna Maria Alessandrini
"Della
carta mi piace il rumore che fa quando la strappi,
come assorbe il colore e la
sensazione quando la tocchi”
Se
arriverò alle tue estremità è un orizzonte di senso, un vasto
campo di possibilità entro il quale comporre, in cinquanta
differenti combinazioni, nuovi modi di intendere, descrivere,
concludere il percorso che conduce l’io a relazionarsi con
l’altro nell’intento di delinearne aspetti inediti e
caratteristiche ignote.
L’autrice
di queste riflessioni liriche che sgorgano da un fitto foglio di
appunti è Cristina Messora, disegnatrice per vocazione, che parte
dai bozzetti per la moda e, attraverso gli studi d’incisione
all’Accademia di Belle Arti di Bologna e la pratica sul paesaggio,
anima il segno in tutte le sue componenti. Nel 2006, quando la
necessità di rapidità e sintetismo si fa urgenza della sua ricerca,
le forme del paesaggio che avevano caratterizzato il suo percorso fin
qui subiscono una metamorfosi che dà vita a linee agili e veloci,
ideali per poter fissare su carta, senza mediazioni meditative,
sensazioni ed emozioni fugaci, ricorrenti o persistenti.
Ad
animare lo sfondo di queste nuove visioni arrivano i colori che
spaziano dagli arancioni, ai marroni, ai pigmenti terragni e poi il
blu, una passione più recente ma forte e tuttora duratura. Il colore
ad olio è steso in campiture morbide e uniformi che si adagiano
sulle pagine, colonizzando ogni fibra della superficie e relegando il
bianco primigenio ad un ricordo che, se torna, preminente, lo fa in
contrapposizione con la sua nemesi, il nero. Le tinte, applicate con
piccole spugne, sono omogenee e compatte, sezionandosi in funzione
della linea che attraversa, congiunge e fuoriesce dalle geometrie e
dalle barriere biomorfe create con l’applicazione di un ulteriore
strato di carta.
Questa
prospettiva avvolgente e contenitiva è animata da elementi
energetici; a queste linee, rapide e sintetiche, sono affidati i
risvolti narrativi di questo percorso astratto. I segni centrali,
lunghi e ininterrotti, rappresentano l’io: si stendono
vibranti verso un piano trascendentale, si curvano accoccolandosi in
posizione di riposo, si rispecchiano in figurazioni simmetriche o
duali. Il controcanto è affidato, invece, a piccole linee spezzate
che svelano il ritmo, ora incalzante, ora rilassato, che anima gli
eventi, e sussurrano suoni e rumori che, seppur indecifrabili,
scandiscono la prossimità dell’artista alla musica e alle sue
peculiarità. Ci sono poi gabbie dalle quale fuggire, luoghi nei
quali l’anima può rimanere invischiata e indifesa e vortici che
sono correnti fluide pronte a sollevare, confondere, modificare.
Alcuni segni, infine, toccano la carta in profondità, tracciati con
punteruoli e pettini metallici, alla stregua d’incisioni selvagge
che scalfiscono la superficie delineando, assieme alle barriere
biomorfe, nuovi spazi e prospettive del piano bidimensionale.
In
questo racconto, dove il colore satura gli spazi, i dettagli bianchi
che punteggiano le opere sono degli istanti luminosi che,
nell’intersecarsi con i segni, tracciano scintille di speranza e
positività. I rispecchiamenti, le perturbazioni e gli atti
introspettivi geminano sulle carte e, con un lirismo intimo e
autentico, producono un atlante illustrato di nuovi territori
dell’essere, esplorati alla ricerca della più remota estremità.
Nicoletta
Rosetti
Biografia
Cristina
Messora è nata a Modena nel 1965, vive e svolge la propria attività
ad Ancona. Diplomata, presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna
nel 1992, nel suo percorso creativo sperimenta diversi linguaggi
aderenti agli interessi del periodo, dal rapporto fra arte e scienza
rivelato dalla geometria dei frattali, alle forme della natura nel
paesaggio. Per rappresentare la vita interiore, elabora la tecnica
mista personale degli ultimi anni, dove l’incisione su carta crea
lo spazio, e prelude alla stesura di velature di colore sovrapposte
fino all’emersione del disegno, su cui l’artista interviene
ancora con elementi materici e grafite.
La
poetica di Cristina Messora esprime uno sguardo interiore con forme
astratte di matrice lirica. Dall’osservazione della propria mente,
l’artista si pone domande fino a far affiorare uno stato d’animo
profondo. Tradotta in concetto, la sensazione si fa segno e si
dipana, si racconta, incisa nel bianco della carta, svelata dal
colore, definita dal tratto. Cristina Messora ha costruito così un
codice semico in cui ogni forma esprime un fatto emozionale o
temporale. L’ellissi spesso piena, quasi onnipresente, è
l’origine, la matrix generatrice di emozioni, è mistero e matassa
da sbrogliare. Ma è anche la stanza segreta, lo spazio intimo dove
proteggere gli aspetti più delicati della vita profonda. Sulle
campiture di colore stratificate, dove la cromia assume valore di
stato emotivo dominante, la matrix generatrice di ogni pensiero. E i
cambiamenti interiori dinamici si esprimono in verticali, il
tratteggio si fa racconto, la linea spezzata da tratti verticali
tempo.
Rossella
Bertugno